4 March 2009

Noa's concert in Catania (Sicilia, Italy)

4 marzo sempre al Teatro Brancati.

Questo concerto sarà solo ad inviti e sarà lo stesso concerto del debutto assoluto di Noa tenuto nel settembre 1992 a Catania.

In questo concerto Noa avrà come ospite la palestinese Mira Anwar Awad: Catania avrà quindi l'onore di avere come ospite il duo israelo-palestinese, prima dell'Eurofestival di Mosca di maggio.


Mercoledì 4 marzo, celebreremo invece la cantante israeliana Noa, riproponendo il concerto che ha segnato il suo debutto internazionale assoluto, avvenuto proprio a Catania nel lontano 1992.

Durante questa serata, esclusivamente a inviti, Noa racconta la sua vita, il suo rapporto con la città di Catania e la Sicilia, conversa con il pubblico presente e con la conduttrice Paola Saluzzi, accompagnata alla chitarra dal suo collaboratore di sempre - Gil Dor - e dall'amica palestinese Mira Awad, con la quale parteciperà all'Eurofestival di Mosca a maggio 2009 e di cui vi proponiamo un duetto sulle note di "We can work it out" dei Beatles.

Manca poco ormai all'arrivo del Cavaliere della Repubblica Italiana Achinoam Nini in arte NOA a Catania, città nella quale tenne il suo primo concerto (in duo con Gil Dor) ben 17 anni fa.

L'incontro tra il sottoscritto e Achinoam Nini (Noa nasce nel 1994) ha dell'inverosimile, perchè durante un meeting di promoters europei di jazz a Parigi nel 1991, uno di essi, mi diede una cassetta: era un live di un duo, il mio amico mi disse "guarda te la regalo, l'ho avuta pochi giorni fa a Tel Aviv in uno studio, ma non è roba per me, forse può andare bene per quel festival arabo che curi a Gibellina".
Quante cassette e quanti CD si ricevono! Non si riesce ad avere neppure il tempo di ascoltare tutto. Comunque, di ritorno a Catania, la infilai dentro la mia vecchia Alfasud Sport e non so come dire, ebbi da subito la sensazione di ascoltare una voce straordinaria: canzoni ebraiche, inglesi, alcune cover dei Beatles, persino Material Girl di Madonna! E così decisi, che sì, il mio amico francese aveva ragione, il festival di Gibellina poteva essere una buona occasione, sarebbe stata la prima volta per un gruppo israeliano.

Ma come fare per arrivare a questa cantante? La cassetta era tutta in ebraico, nessun numero di telefono o fax (non siamo nel periodo delle mail), così provo con l'Ambasciata d'Israele a Roma, ma subito loro mi dicono "ma è sicuro del nome? Guardi che non esiste questa cantante". Sì che sono sicuro, l'unica cosa che si legge è proprio il nome, possibile che i famosi servizi israeliani non fossero capaci di rintracciare una di loro?

Alla fine la mia tenacia fu premiata : un numero di fax di Tel Aviv. Dal nostro vecchio ufficio nei pressi di Piazza Verga un foglio con il logo di Catania Jazz spiccò il volo verso Israele, c'era un invito per settembre 1992 per Gibellina. La risposta non fu immediata, ci vollero alcuni giorni per ricevere la conferma che sì il duo era libero e che poteva partecipare e ci vollero mesi per ricevere la prima foto (in B/N) dei due.

Tutto a posto quindi? Macchè. Alcuni mesi prima della data fissata, da Gibellina mi dicono che bisogna rinunciare alla cantante israeliana, i voli per le 4 persone costano una tombola, più del gruppo, a meno che non accettino di restare 6 notti in Sicilia. Obietto: ma si può chiedere ad un artista di passare una settimana a Gibellina per un concerto pagato per giunta 2000 dollari?

Niente da fare, serviva un'idea per far arrivare Achinoam Nini e la voglia di vedere dal vivo la voce della cassetta era tale che il sottoscritto ebbe l'idea di creare apposta per lei un minifestival a Catania. Il ragionamento era semplice: noi a Catania eravamo fermi nel settembre del 1992 e comunque quei due col jazz non ci azzeccavano nulla, quindi, primo, vediamo se accettano le sei notti ma con due concerti e poi ci prendiamo due cantanti arabe del programma di Gibellina e ci facciamo un festival al femminile.

"Le Donne del Deserto", si chiamò e sbagliammo titolo, avremmo dovuto chiamarlo Le donne nel deserto (del cortile). In più, l'algerina Houria Aichi e la marocchina Amina Alauoi fecero più del doppio degli spettatori della nostra israeliana (solo 85 spettatori, tra cui una giovanissima Carmen Consoli).

Comunque alla fine del 1993 dopo altri concerti da noi organizzati per la nostra amica, vengo invitato a Tel Aviv. Scopro così che l'ufficio cui inviavo i miei fax era uno stanzino di un grande garage pieno di materiali di amplificazioni, perchè le persone che si dedicavano alla ragazzina dovevano pur mangiare e i soldi erano veramente pochi. Ma, sul muro, vicino al fax, scorgo un foglio familiare, anche senza i colori rossoazzurri, il nostro logo è inconfondibile, mi avvicino, è il mio primo fax del '91.

Chiedo: ma che l'avete incorniciato? E loro mi dicono "ti dobbiamo raccontare una storia. Avevamo registrato la cassetta e il CD da una settimana appena, non era neppure in vendita in Israele, quando riceviamo il tuo fax . Ci siamo chiesti se non era uno scherzo, Achinoam è andata a guardare sulle mappe dov'era questa Catania. In Sicilia? E come fanno questi a sapere di noi? E chi sono? Ma Gil Dor, che è amico di Al Di Meola, dice di conoscere questa città, Al ha suonato lì un paio di volte e ne parla benissimo". Compresi allora tutto, il ritardo nella risposta, i mesi per avere una foto. Una storia incredibile! Abbiamo scoperto Noa prima degli stessi israeliani e lei non si è mai dimenticata di tutto questo.

Dalla terrazza di via Crociferi ad oggi, il nostro cavaliere ne ha percorsa tanta di strada, portando la sua musica in tutti e cinque i continenti, senza mai compromessi con lo star business e la musica commerciale. Il destino ha voluto che la giovane yemenita, cresciuta nel Bronx, incrociasse nella sua vita i grandi della Terra, da Papa Woytila a Madre Teresa di Calcutta, da Rabin ad Arafat a Bill Clinton così come i grandi della musica: da Stevie Wonder a Santana, da Sting a James Taylor, ai nostri Pino Daniele e Zucchero, tanto per fare solo alcuni nomi.

Noa dice sempre che siamo cresciuti insieme. Non è proprio così vero. Lei sì, tantissimo. Noi senza di lei, avremmo già chiuso i battenti. In questi tanti anni in giro per l'Italia, non c'è stato sindaco o presidente di provincia o regione che non abbia voluto incontrare Noa, darle un dono, farle sentire il calore degli italiani nei suoi confronti, darle la cittadinanza onoraria con una cerimonia commovente (Melpignano, patria della Notte della Taranta) o le chiavi della città (Firenze) o il tricolore (Reggio Emilia) o un semplice dono, a volte sconclusionato, tipo quei libri da 50 chili tutti in Italiano, che mai sono approdati a Tel Aviv, di cui ogni buon Comune italiano è dotato.

E Catania? Provate a pensare a tutti i sindaci che abbiamo avuto dal 1992 ad oggi. Mai un invito, neanche per un caffè. Figuriamoci la cittadinanza onoraria: avuta nel Salento, promessa a Napoli, Noa ha sempre pagato purtroppo per lei, l'affetto che le nostre amministrazioni hanno sempre avuto per noi di Catania Jazz.

Piccini piccini, ecco come sono stati e sono i nostri amministratori. Per fortuna non tutti in Sicilia sono così: da Presidente dell'ARS, l'on. Miccichè riservò a Noa un'accoglienza da capo di stato, riempiendo l'aula di ragazzi delle scuole e mostrò una grande eleganza nell'apprendere che Noa non poteva quel giorno nè parlare nè cantare per uno scherzo delle sue corde vocali; il fragile carrettino siciliano che le regalò (unito agli sforzi dell'allora Presidente x riattaccarlo) rimane tra le cose che Achinoam ricorda con più piacere. Ed io ho imparato che più che con destra e sinistra i Siciliani conviene classificarli con le parole che Sciascia mise in bocca al boss mafioso nell'ultima scena del "Giorno della Civetta".

Poco male: a Catania lei appartiene solo al pubblico catanese esattamente come Catania Jazz. Per finire, un doveroso ringraziamento al Presidente Giorgio Napolitano, che l'ha fatta Cavaliere della Repubblica. Noi pensiamo che sia il più bel cavaliere d'Italia e siamo orgogliosi e fieri di riaverla di nuovo tra noi.

Pompeo Benincasa

Al Teatro Brancati, con l'omaggio dedicato alla grande artista israeliana da CataniaJazz, assisteremo a un doppio evento: l'amarcord di una carriera internazionale partita proprio dalla nostra città e lo "scandalo" della collaborazione con la cantante palestinese Mira Awad. Perché la musica sia anche strumento di lotta contro l'integralismo e il fanatismo

Ne è passato di tempo da quella lontana sera del 1992, quando la cantante israeliana Achinoam Nini e il collega Gil Dor si esibirono a Catania. Una sconosciuta, che diciassette anni fa non sapeva neanche dove fosse la città etnea: la cercò sulla cartina, pensando si trattasse di uno scherzo.E adesso Noa ritorna, mercoledì 4 marzo al Teatro Brancati, ormai Cavaliere della Repubblica italiana e dopo aver girato tutto il mondo con la sua musica, per riproporre quello che fu il suo primo concerto all'estero, il lancio della sua carriera internazionale.

In tutti questi anni Noa non si è mai dimenticata di Catania e soprattuto di Pompeo Benincasa, direttore artistico di CataniaJazz, che la scoprì. Nei momenti difficili della rassegna, l'artista israeliana c'è sempre stata.Eppure, ricorda Benincasa con rammarico, Catania non ha mai tributato grandi onori a Noa, al contrario del resto dell'Italia. E' per questo che il solo concerto dell'artista israeliana con la sua band, - nel cartellone del CataniaJazz, giovedì 5 marzo al Teatro Metropolitan - non poteva bastare. Benincasa lo aveva già anticipato in un'intervista a Step1, le idee non sono mai mancate.

Ed è così che il 4 marzo, in una esclusiva serata ad inviti, Noa riproporrà la sua prima esibizione a Catania, in duetto con Gil Dor, oggi come allora. L'artista racconterà di sé, della sua vita e della sua carriera, ma anche del suo rapporto con la città e la Sicilia, in conversazione con il pubblico.Ma un'ulteriore sorpresa sarà il duetto con l'amica palestinese Mira Awad, con cui Noa canterà il brano in concorso per l'Eurofestival di Mosca.La Awad sarà in concerto a Catania anche domani, al Teatro Brancati, per la rassegna MusicaDonna di CataniaJazz. Ad accompagnarla ci saranno Amos Haddani alla chitarra e Gadi Seri alle percussioni.

Una scelta che ha già fatto discutere, quella delle due artiste di esibirsi insieme.Mira e Noa, infatti, sono state scelte per rappresentare Israele al festival internazionale. Le due artiste e amiche hanno subito accettato: a Mosca loro vogliono cantare la speranza, senza fingere che tutto vada bene. Specialmente dopo la guerra a Gaza, i bombardamenti, i morti.

Ma non sono mancate le critiche e gli appelli a desistere. Molti artisti arabi hanno chiesto a Mira di declinare l'invito, di non rendersi complice della strategia di Israele: una campagna mediatica per dare l'illusione che israeliani e palestinesi vivano in armonia, al di là di Hamas. Una giustificazione all'eccidio, come l'hanno definita.Ma Mira e Noa vogliono trovare una strada per la pacifica convivenza dei due popoli, con pari diritti e condizioni di vita, e il modo in cui hanno scelto di farlo è semplicemente cantando. A Catania, come a Mosca.

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