15 February 2012

Noa at the Sanremo Festival (Italy) (International Guest 2012)



Duetterà “Surrender" (Torna a Surriento”) con Noa nella serata di giovedì ed è molto soddisfatto del suo brano in gara: Eugenio Finardi ha raccontato ai giornalisti della radio tv della sala stampa al Palafiori la sua soddisfazione per questo Festival.

Accolto con un sentito applauso, il cantautore milanese, si è presentato in sala con la cantante Noa commentando la sua partecipazione a questa edizione della kermesse canora. “L'unica cosa in assoluto in cui credo sono le leggi della fisica, una di queste postula che non si può dire di no a Gianni. Una volta che ti avvicini all'orbita di Sanremo o ti allontani o ci entri. Cinque mesi fa non pensavo di arrivarci”.

In gara con il brano “E tu lo chiami dio”, il cantante ha aggiunto: “Questa canzone mi convinceva e me la sento addosso ne sono l'editore. Mi sembra un pezzo che si avvicina a questo mondo e mi fa superare la più grande paura: bel canto all'italiana. Una delle cose di cui son più fiero rispetto al cantare la canzone di una giovane autrice è stato quello di aver dato spazio e intuito la caratteristica che li poteva rendere unici e irripetibili”.

“Noa? ha voce mediterranea che tocca il cuore. C'è momento del brano che cantiamo insieme in cui io non posso non scoppiare a piangere”




SANREMO - Noa, sua ospite domani sul palco del teatro Ariston, gli augura di vincere il Festival di Sanremo ma Eugenio Finardi, cantautore di razza, si schermisce e dice: "Se, dopo Vecchioni, quest'anno toccasse a me non saremmo più al festival ma al Club Tenco". E in ogni caso la sua dedica sul podio "sarebbe per Demetrio Stratos". La canzone con cui Finardi, 60 anni di età e 40 di carriera, torna in gara a Sanremo si intitola 'E tu lo chiamo Dio'. Non è stata scritta da lui ma da un'autrice molisana, Roberta Di Lorenzo, ed è contenuta nel triplo cd antologico 'Sessanta', che include anche altri quattro brani inediti, uscito oggi. "Arrivo a Sanremo per caso, come editore, con una canzone non mia che avevo fatto ascoltare a Morandi. Lui mi ha convinto a cantarla e, da non credente, obbedisco alle leggi universali tra cui quella che dice che a Morandi non si può dire no", dice l'artista. Una soddisfazione, per lui, tornare a Sanremo "senza santi in Paradiso e con un'etichetta indipendente". Proprio religiosità e aldilà sono stati tra i discussi temi toccati anche da Adriano Celentano nell'intervento di ieri al festival.

"Sono laico - dice di sé Finardi - ma avverto sentimenti come il sacro, il divino, l'estasi trascendente, a cui accedo attraverso la musica. Non ho sentito Celentano. Ero nel backstage ad aspettare il mio turno insieme a Gigi D'Alessio, Marlene Kuntz ed Emma. Immaginavo che, vista la durata del suo intervento, saremmo saliti sul palco più tardi ma non mi va di polemizzare. In questi giorni mi sono sentito accudito da Morandi, sempre attento, affettuoso e pronto a dare buoni consigli a ciascuno di noi". Curiosa l'idea di far cantare Noa in napoletano, mentre a Finardi toccherà domani qualche strofa in inglese, come fece Elvis Presley, sulle note del brano 'Torna a Surriento (Surrender)', con l'accompagnamento dei Solis String Quartet. La cantante israeliana, molto presente in Italia, ha parole di affetto e stima per Finardi: "Ci sono due tipi di artisti - dice - quelli che amano se stessi e coloro che amano e lodano il Dio della musica, tra questi ultimi includo i Solis String Quartet ed Eugenio, che ha dedicato la sua carriera ad una profonda ricerca artistica". Venerdì Finardi interpreterà il brano in gara 'E tu lo chiami Dio' insieme a Peppe Servillo. Ad accompagnarli il Piccolo Ensemble 'Futuro', composto dai ragazzi del progetto integrazione del Conservatorio di Milano, tra cui due violinisti Rom e la figlia dello stesso Finardi, Francesca. Un omaggio all'orchestra e ai ragazzi, che si sacrificano fin da piccoli per imparare seriamente a suonare uno strumento.


“Mi ha chiamato Morandi e sono qui. Ma sono qui per caso e non in veste di cantante, ma di editore di una canzone che non è stata scritta da me”. È Eugenio Finardi a dirlo, durante la conferenza stampa al Roof dell’Ariston, intervenuto per presentare ‘Torna a Surriento’ (Surrender), il brano che canterà domani in duetto con la cantante israeliana Noa nella serata ‘Viva l’Italia’. Finardi torna al Festival dopo anni intensi e pieni di nuove esperienze musicali, dal Fado al Blues, dalla Musica Sacra al Teatro di prosa fino al progetto di Classica Contemporanea ‘Il Cantante al Microfono’, vincitore del premio Tenco 2008. A Sanremo è sul palco con il brano ‘E tu lo chiami Dio’, uno dei cinque inediti contenuti nel triplo cd ‘Sessanta’. “Mi sono reso conto di avere molta paura anche se Morandi ci ha accudito dimostrando di avere molta attenzione nei nostri confronti e secondo me non è corretto affermare che nel suo Festival le canzoni siano state sminuite dall'intervento di Celentano. Lo sapevamo tutti che sarebbe stato così”. E aggiunge: “Alla base di questa mia presenza a Sanremo c’è l’impegno sociale perché anche chi lavora nel mondo della musica deve avere ben presente l'idea che l'impegno civile è fondamentale”.

In conferenza c’è anche Noa, che domani canterà ‘Torna a Surriento’ in napoletano, affiancata dai ‘Solis String Quartet’, mentre Finardi canterà in lingua inglese (‘Surrender’ fu infatti portata al successo da Elvis Presley). “Eugenio ha dedicato la sua carriera ad un profonda ed accurata ricerca artistica – ha detto Noa – e sono onorata di lavorare con lui”. Poi risponde ad un giornalista: “Io sono ambasciatrice della Fao e ci metto tutto il mio impegno per aiutare le persone del Terzo Mondo che soffrono la fame, soprattutto i bambini. E, dunque, grazie all'Eurovisione domani sera avremo la possibilità di trasmettere un importante messaggio per aiutare queste popolazioni”.

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