26 November 2011

Noa's concert in Lecce (Italy)


NOA e l’Orchestra della Magna Grecia si esibiranno sul palco del teatro Politeama il prossimo sabato 26 novembre alle ore 20 e 30. La cantante israeliana arrangia per la grande orchestra alcune delle sue più belle canzoni e amplia il suo repertorio a brani e stili finora mai esplorati.“

La cantante israeliana Noa ha una voce che diffonde gioia ed entusiasmo. Il suo canto mescola armoniosamente jazz, rock americano e suggestioni mediorientali, superando tutte le frontiere culturali. Interprete in Vaticano di un’Ave Maria che ha commosso il mondo e protagonista di numerosi festival di musica etnica, Achinoam Nini (Noa per tutti) è diventata in pochi anni una stella acclamata della world music. “I miei genitori, israeliani di nascita e yemeniti di origine, si sono trasferiti negli Stati Uniti – racconta – quando avevo un anno. Ho vissuto fino a 17 anni a New York, dove ho studiato e fatto le prime esperienze artistiche. Una crisi di identità e il richiamo della mia terra, un giorno, mi hanno spinto a tornare in Israele. Lì ho proseguito gli studi, ho prestato il servizio militare e con una scuola di jazz e musica classica di Tel Aviv, la Rimon School, ho completato la mia formazione, avviata alla High School di New York. Vivo poco lontano da Tel Aviv e non andrei mai a stare altrove. Quando non sono in tournée, scrivo, produco, canto e faccio spettacoli”. E che produzione, si può aggiungere, e quali avanzamenti sulla via del successo in quindici anni.

Grazie anche alla collaborazione con Gil Dor e con il chitarrista americano Pat Metheny, Noa ha messo a frutto le capacità e la fantasia compositiva che uno spiccato talento musicale ha profuso in lei. Dopo una raccolta di brani cantati interamente in ebraico, è uscito Noa, il disco che l’ha fatta conoscere fuori del suo paese e Blue Touches Blue, la raccolta che la cantante ha portato in tournée in tutto il mondo.

Ma che cosa c’è alla radice di una voce così particolare? “Credo che ci sia l’amore – dice -. Non quello delle canzonette sentimentali, ma un sentimento più vasto, una leva che vince tutte le resistenze e dona la serenità”. Dove si trova l’amore e dove comincia la ricerca? “Per me è stata una scoperta in un momento in cui si era fatto acuto il conflitto tra la ragione e l’istinto. Il ritorno alle radici ha sciolto il nodo. A casa mia ho trovato una zona d’incontro delle due componenti da cui posso attingere quando creo e canto. Lì ho annullato le mie inquietudini e ho colto la più bella ricchezza del mondo: l’amore, appunto”.
La sincerità del suo slancioNoala comunica anche durante i suoi concerti, con una gestualità e una voce che hanno il calore di un abbraccio pieno di simpatia. Su simili basi, anche il successo coniugale è garantito: “Ho conosciuto mio marito alla High School di New York, quando avevo quindici anni. Otto anni fa ci siamo sposati. Spesso siamo lontani, ma siamo molto felici”. Noa è piccola e molto esile, ha una grazia innocente e felina, e un sorriso che è pieno di vita.

Già da piccola – ricorda – la musica l’accompagnava. A otto anni, cinguettava per casa e cantava in piedi sul tavolo, deliziando parenti e amici. La comunicazione con chi l’ascolta oggi ha la stessa spontaneità di allora: “La sentite anche voi la mia emozione, il cuore che mi batte?”, chiede scherzosamente alla platea, portandosi la mano sul petto. E con la prima canzone “If I give you everything”, dà corso a uno spettacolo che avvince il pubblico.
Mentre canta, Noa porge frammenti di ricordi infantili, generati nel Bronx, quando si chiedeva se non fossero angeli quelli che si aggiravano senza un tetto e una famiglia. Racconta che, imparando la doppia v a scuola, si era accorta di vederne una sola di v, e di essere condannata a portare lenti sempre più spesse. Rievoca l’incontro e l’amicizia ormai eterna stretta al tempo del liceo con Gil Dor, e porge piccole osservazioni, come quella che un attimo di pausa accordato alla nostra vita convulsa svuota la mente oppressa e infonde energia.

Il suo repertorio, dapprima molto americano, scivola gradualmente verso melodie più orientali. E proprio quando si immerge in quel clima, danzando e accompagnandosi con percussioni, tamburelli, piccoli strumenti a fiato, Noa dà il meglio di sé. Quando poi regala “Beautiful that way”, il brano della colonna sonora del film di Roberto Benigni “La vita è bella”, si ha la prova che canzoni come questa, interpretate da una voce così limpida, sono realmente un dono. E un regalo è anche lo “Shalom”, pace, che Noa rivolge alla platea. Un saluto e un augurio che comunica un’idea della vita che esclude l’odio e il pregiudizio.

Nel 2002 esce Now, un album più pop, che propone alcune cover (“Eye In The Sky” di Alan Parson e “We Can Work It Out” dei Beatles). Resta comunque l’impegno sociale e umanitario, testimoniato da brani come “Hawk And Sparrow”, con la partecipazione dell’africano Lokua Kanza, sul tema dei conflitti nel Continente nero, o “We”, un monito perché non sia dimenticato il valore dell’individuo. Tra le collaborazioni, suggestiva quella della pianista Rita Marcotulli, autrice della melodia di “Today”, che chiude il disco.

Teatro Politeama Greco - Lecce ore 20.30 Info. 0832/241468



23 November 2011

Noa's concert in Taranto (Italy)




Noa in concerto con l'Orchestra Ico Magna Grecia

TARANTO - “Noa in concert”, e a Taranto è già attesa spasmodica. Achinoam Nini, nota in un tutto il mondo come Noa, sarà la “stella di prima grandezza” che farà risplendere l'appuntamento inaugurale con la stagione “Eventi Musicali” dell’Orchestra della Magna Grecia.
Mercoledì 23 novembre (sipario ore 21.00), al Teatro Orfeo di Taranto si esibirà la cantante israeliana Torna a esibirsi con l’Orchestra della Magna Grecia la cantante israeliana nel cui canto si mescolano armoniosamente jazz, rock americano e suggestioni mediorientali, un’artista capace di superare tutte le frontiere culturali. Nel concerto di Taranto canterà un programma sinfonico che condurrà il pubblico in un “meraviglioso” viaggio musicale dallo Yemen fino a Napoli, passando da Tel Aviv.
Sono queste le radici culturali e artistiche di Noa. Nata a Tel Aviv nel 1969 da genitori yemeniti ebrei che si erano rifugiati in Israele, dopo due anni la sua famiglia si è trasferita negli Stati Uniti dove la cantante si è formata musicalmente. In profonda crisi di identità - “non ero bianca e non ero nera” ricorderà -, a 17 anni Noa ritorna in Israele dove per due anni presta servizio militare, una esperienza che la segna significativamente.
Da quel momento l’artista userà il canto come strumento di riavvicinamento fra i popoli in conflitto, con particolare riguardo alla tragica questione mediorientale. Per questo Noa nel 2001 è stata insignita ad Assisi del premio “Artista per la Pace”, e nel 2003 è stata nominata “Ambasciatrice di buona volontà” della FAO.
Da sempre alla ricerca di atmosfere e culture musicali diverse, in particolare mediterranee, le sue canzoni sono fortemente influenzate dall'ambiente israeliano perché, come afferma, “non potrei mai vivere lontano da Israele".
Recentemente Noa ha inciso il disco “Noapolis” cantando in napoletano le canzoni classiche della tradizione partenopea, un repertorio che sarà presentato anche a Taranto: “Santa Lucia”, “Era di maggio”, “Io te vurrie vasa”, “Tammuriata Nera”; nel concerto saranno proposti anche brani popolari del repertorio yemenita e israeliano, come anche “la vita è bella” dell’omonimo film di Roberto Benigni.
Già aperta la prevendita: poltronissima € 45, platea centrale e I galleria € 35, II e III galleria € 25: Orchestra Magna Grecia, via Tirrenia n.4, Taranto (Tel. 099 7304422 - 7328884) e Basile Strumenti Musicali, via Matteotti n.14, Taranto (Tel. 099 4526853).

Achinoam Nini, nota in un tutto il mondo come Noa, sarà la “stella di prima grandezza” che illuminerà il concerto inaugurale. Torna a esibirsi con l’Orchestra della Magna Grecia la cantante israeliana nel cui canto si mescolano armoniosamente jazz, rock americano e suggestioni mediorientali, un’artista capace di superare tutte le frontiere culturali, non a caso è protagonista di numerosi festival di musica etnica. Nel concerto canterà, con l’Orchestra della Magna Grecia diretta da Piero Romano, un programma sinfonico che accompagnerà il pubblico in un “meraviglioso” viaggio musicale dallo Yemen fino a Napoli, ovviamente passando da Tel Aviv. I genitori di Noa, israeliani di nascita e yemeniti di origine, si sono trasferiti negli Stati Uniti dove Noa è si è formata musicalmente, anche se, come dice la cantante, “non potrei mai vivere lontano da Israele".

with the magna grecia orchestra

TARANTO - In viaggio con Noa, da Tel Aviv a Napoli, sulle ali della musica e dell’armonia tra i popoli. Stasera, alle 21, si spiegheranno nel teatro Orfeo di Taranto, dove la cantante israeliana di origini yemenite, ambasciatrice di pace nel mondo, verrà affiancata dall’Orchestra della Magna Grecia per la prima tappa (sold out) di un mini tour «sinfonico» atteso venerdì al teatro Duni di Matera e sabato al Politeama Greco di Lecce. L’incontro per l’intervista è in un albergo del capoluogo ionico. E il primo sorriso di Noa, solare, arriva subito, quando scopre che Mario Costa, l’autore delle musiche di Era di maggio, uno dei brani in scaletta (tratto dall’album Noapolis), è di Taranto. «Questa sì che è una sorpresa», dice, scambiandosi sguardi di complicità con Gil Dor, il chitarrista con cui collabora da oltre vent’anni e che l’accompagna anche per questi concerti. «Con Era di maggio - racconta - vogliamo far respirare al pubblico aria di primavera dopo Autunno, un brano napoletano meno conosciuto, e un pezzo del repertorio israeliano, Ruach Stav, anche questo dedicato alla più malinconica delle stagioni».


Presentazione concerto di Noa
E il profumo della Primavera araba quant’è forte oggi nell’aria?
«Parliamo di una rivoluzione condotta con le armi del Duemila, facebook e il telefonino. Ma in Israele continua a suscitare un misto di speranza e paura. L’augurio è che questi Paesi arrivino alla democrazia, però la situazione di instabilità ci fa stare sulla difensiva. Siamo solo un piccolo Paese al centro di un grande Risiko. E c’è la posizione paradossale della sinistra radicale che, in Italia e in Europa, sta distruggendo qualsiasi chance di pace».

A tal proposito, le hanno fatto male le contestazioni di due anni fa, durante la Notte della Taranta?
«È stato davvero triste, anche se si è trattato di un piccolo gruppo. La gente deve capire che solo col dialogo si può aiutare la causa della Palestina».
Lo scrittore Amos Oz sostiene che quello tra israeliani e palestinesi è un matrimonio infelice, per cui bisogna separarsi. È d’accordo?
«Preferisco guardare alle tante affinità. Il nodo è il fanatismo religioso».

Spesso gli ebrei fanno ricorso all’ironia. «Ed è ciò che li unisce ai napoletani, insieme al caos, al calore, al senso del romanticismo incurabile, all’amore per la bellezza. Evidentemente l’ironia si sviluppa più facilmente nei popoli che soffrono e sono costretti a lasciare la propria terra. Io stessa sono andata a vivere a New York con i miei genitori, prima di tornare in Israele sedicenne».

Ed è lì, a New York, che ha scoperto le canzoni napoletane? «Mia madre le cantava sempre, in particolare Torna a Surriento. Sono capolavori nei quali puoi trovare la qualità della musica classica e il sentimento della tradizione popolare».

Non ha avuto timore di confrontarsi in Italia con questo repertorio?
«Beh, devo dire che è stata una pazzia. Ma ben incoraggiata da tanti amici napoletani».

Francesco Mazzotta
23 novembre 2011

16 November 2011

Noa's performance in Jerusalem (Israel)

Art is said to connect people, but that hasn't been proven often enough in the Middle East. Apart from a few flickers here and there, a steady continuity of artistic collaborations between Jews and Arabs has not been preserved.


The 2011 Speaking Arts Conference, which was held in Jerusalem last week, attempted to bring together dozens of Jewish and Palestinian artists involved in performing arts (music, theater and movement). The conference featured open performances, workshops and mater classes held in a variety of auditoriums across the cityThe music workshops were led by musician and composer Sameer Makhoul, and the opening concert at the Masie House Theater Center was presented by Achinoam Nini and Gili Dor, with Arab dancer Mona Mashi'l.

Nini and Dor also hosted a master class, in which they discussed their creation process throughout the years.


"It doesn't happen enough," says Nini, also known by her professional name Noa. "Not just in Israel but in the world too. It's very hard to hold such events despite the fact that we are artists and that such connections should hover over everything.


"But you know how it is – many times politics interferes in people's considerations, both each person's politics and the political opinions of the macro and micro groups, and then things stop."


Because people are afraid as well.

"Or concerned about their career, their status within their society. It can also reach personal safety and very radical places, especially in our region.


"I have experienced many projects in the world which could have been wonderful but were stopped following pressures and threats, fears on the other side that the umbilical cord they suck on all year will be cut off.


"Personally, I received threats years ago, when I started talking about politics and saying everything clearly and not politically correct. So my life was threatened and my house was guarded."


And you moved on.

"Right. That's not something that would make me stop. I performed in the Eurovision with (Israeli Arab singer) Mira Awad. Times have changed too. Once one would go to jail for meeting with Palestinians, and today the prime minister meets with Palestinian. Naturally, there are serious differences of opinion, but things can already be said differently.


"Let’s think positive, this conference is happening. We assembled a plan from a wide range of material, and yesterday we saw Mona for the first time. She's an extraordinary story. A 20-year-old medical student, a dancer and an excellent singer. It's a lot of fun."

Several days ago, Nini returned from India with Mira Awad, after the duo received a surprising invitation to perform in an economic conference in Goa.

"Words cannot describe just how amazing it was. People from all over the world, artists. It was very artistic. They found us there through the Internet and asked us to come. We had four concerts in Delhi, together and separately."


So you've opened a new channel.

"Absolutely, and I plan to continue. This year we've been both in India and in China. I told Mira that the next stop may be Antarctica. In the meantime, I have a whole month of Jerusalem."


Israeli Jewish singer Achinoam Nini (Noa)recently returned to Israel’s capital from performing in India (Goa and Dehli) with Israeli Arab singing partner Mira Awad. Last week Noa demonstrated Israel’s constant efforts to promote co-existence when she co-hosted the 2011 Speaking Arts Conference in Jerusalem, introducing dozens of Jewish and Palestinian Arab musicians, actors and dancers.




November 16 - 17 - Conference for Jewish and Arab performing arts professionals. Evening concerts on November 16 & 17 - open to the public! November 16 Achinoam Nini, November 17 Amal Murkus

11 November 2011

Noa's concert in New Dehli (India)


at Siri Fort Auditorium

Singer-songwriter Noa and Mira Awad from Israel talk to Divya Kaushik about multi-cultural influences in their music, their belief in compositions full of hope and positive energy and how Indian classical music and dance inspire them.

Her eyes lit up and a girlish giggle floats on her face as she sinks on a couch a little more to sing yara sili sili... from the movie Rudaali. In fact, it comes as a surprise to hear perfect Hindi lyrics by this Israeli-Arab singer, songwriter and actress. It seems she has been listening to them for years now. While Bulgarian and Arabic music is in her genes, it is Indian music that she likes among others. This common liking can be one of the reasons that she, Mira Awad and another renowned Israeli singer and songwriter Achinoam Nini or Noa gel so well on stage and otherwise. The duo, along with Gil Dor (Noa’s partner and guitarist) make for a rocking team. Moreover, the three of them have almost the same line of thought.

They are all here for the first time in India to perform as a part of Delhi International Arts Festival and also to celebrate 20 years of relation between Israel and India. It’s easy to make out from their expressions that they were as much excited for their performance as most of the Indians were to witness the amazing performance, by both Noa and Gil, and Mira, solo and together.

“Least to say, we are going to do our best. We are excited and coming from Goa after attending a convention and forum where we got an opportunity to hear some interesting people. India is very special to us. My part of the performance will reflect what I do. I am a singer who composes songs that reflect my background and my internal world. I was born in a Jewish family of Yemenite origin and most of my songs are in English, Hebrew and Yemenite. I also play percussion and we do instrumental music too. I was glad to learn that people here have awareness about English and they would love to listen to songs that come from a diverse range of subjects. There will be some songs written by me and some that were written by both of us, to be presented in three languages — English, Hebrew and Arabic,” says Noa.

On the general perception that their tracks and compositions are about peace, she adds, “It isn’t necessarily about peace. Mira and I have our own way to give a message to a song and that way has to be such that it involves more and more people. Our songs might have different meanings to different individuals.” To add her part, Mira says, “The reason why I was excited to be in India was because I know that people in India are open to appreciate good music and are receptive to global music. Lyrics is not an important part when you enjoy the music you just go with the flow. In some countries where I performed I didn’t get this feeling. They are not open to music from different cultures but India, I know is a country where cultures are respected and music with strong message will be appreciated.”

It is unbelievable if someone says they have been a fan of global music and not heard of Noa and Mira. They were the ones to represent Israel during the Eurovision Song Contest and were widely appreciated for their composition which was “full of positive energy and hope”. Most of the people think the contest brought them together but they reveal that it was actually “after they already had 10-year-long relationship”. Both of them were renowned and known in their own capacities and it was Gil who found Mira when Noa was looking for an artiste to work together, even after collaborating with world-renowned artistes. “Both of us have many things in common and I selected Mira on the basis of her brains. It is important for the musicians to connect on stage. Both of us have multi-cultural beginnings, while I have Jewish, Yemenite influences, Mira was brought up in a family with Bulgarian and Arab music. I needed Mira while I was planning for an international album wherein I wanted an artiste with whom I can communicate my feelings and thoughts,” shares Noa about finding Mira who has been an actress and doing theatre as well back home.

Talking more about their music, Noa says most of her compositions have strong influences from the music of the 60s and singer-songwriters like Paul Simon. For both, music has to be something that transforms a person to another world and “when all people experience the same feelings despite their being from different backgrounds, communities or religions.”

Music and musicians from Israel have been creating an impact across the world and Mira says Israel doesn’t have folk culture but their music is about lot of fusion. “It is a young country. So, we can’t talk about folk as our music is an individual’s perception about our evolving society. There is fusion with an influence of Rock and Western and some musicians learn Indian classical too,” says Mira. Noa adds, “But our music is really beautiful and I have inherited the music of our Jewish great grandfathers.”

About India and its music, Noa says, “Every Israeli knows about it and a visit to this country is a part of their lives, at least once.” Interestingly, Noa told us she uses a lot of hand movements that are inspired from Indian classical dance forms in her performance. “Not just that, I have heard a lot of Lata Mangeshkar, Asha Bhosle and Jagjit Singh too. I also realised that Indian movies, like ours, have that ultimate melodramatic plot,” she laughs, but Mira says she loves them.

3 November 2011

Noa's concert in Goa (India)





If the days are packed with spirited conversations, the nights will come alive with extraordinary voices, talented musicians, sensual sounds. With a lineup that includes celebrated divas from Israel to one of Pakistan’s most revered sufi minstrels to a rousing Bollywood superstar, India's most skilled pianist and Goa’s own famed rockstar, prepare for musical nirvana.

She’s performed for the Pope, Yasser Arafat and Bill Clinton; at Carnegie Hall in NYC and the Colosseum in Rome; alongside the likes of Ray Charles, Sting, Bono, Carlos Santana, Stevie Wonder and Alanis Morissette. She has shared stage space with everyone from Oprah Winfrey and Angelina Jolie to Steven Spielberg and Gerard Depardieu. As Israel’s leading international music artiste, and a vociferous champion of peace, Noa combines influences from across the musical spectrum—Leonard Cohen, Joni Mitchell and Paul Simon, among others. What’s remarkable, though, is how these sensibilities fuse with her distinct Yemenite roots and the jazz, classical and rock influences of her longtime music partner, Gil Dor, to create a sound unparalleled anywhere in the world of music.