Ricomposto in Israele, il grande mosaico della musica ebraica ha dato vita a qualcosa di nuovo, dove le influenze est-europee, yemenite, iberiche e americane vantano analoghe potenzialità di fusione con gli stilemi del pop internazionale. Da una scena molto vivace, dove convivono il rock più moralista e la world music più possibilista, si può tirar fuori una figura femminile significativa: NOA.
Achinoam Nini detta NOA in ebraico significa “Sorella di Pace“. I nomi sono presagi divini e quando alcuni anni fa lei, israeliana nata a New York da genitori di origine yemenita, andò a partecipare ad un festival in Sicilia - al fianco di musicisti palestinesi, con incassi destinati proprio ai bambini palestinesi di Hebron -, affrontando i possibili contrattacchi di natura politico-religiosa a cui si sarebbe esposta, guardava con stupore a quanti le facevano notare l’inopportunità della scelta “perché non dovrei farlo? Io sono per la pace! Ritengo sia giusto che i palestinesi abbiano uno stato per sé e spero lo possano avere al più presto. Sono contro il terrorismo, da qualunque parte esso venga. Spero che si possa arrivare ad un accordo nel minor tempo possibile. Purtroppo, è come quando si subisce un’operazione. Per giungere alla guarigione si deve anche sopportare sofferenza, non ci si può aspettare che questo avvenga in modo indolore. Ma mi auguro che questo cammino sia il meno impervio possibile, perché dobbiamo assolutamente giungere alla pace nella nostra regione“.
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