2 June 2005

Noa guest of Massimo Ranieri's concert in Napoli (Italy)

MASSIMO RANIERI, Uno splendido spettacolo per la prima delle due serate di "Accussì grande". In scena con Ranieri musicisti superbi, dieci ballerini, l'usignolo Noa.

Già regista dell’Elisir d’amore, Massimo Ranieri torna al San Carlo, concesso prima di lui solo a Claudio Baglioni, per “Accussì grande”. Autore, con Gualtiero Peirce, regista e protagonista dello spettacolo, che prende il nome dal suo terzo album-capitolo di un’antologia napoletana (dopo “Oggi e dimane” e “Nun è acqua”), si avvale anche per quest’altra perla della collaborazione dei preziosi Mauro Pagani e Mauro Di Domenico. Firma le coreografie Franco Miseria, le luci Franco Ferrari, i costumi stile varietà sono di Coveri. Il concerto-evento, che ha visto il tutto esaurito per le due serate, è promosso dalla Provincia di Napoli: “il ricavato della prima serata – spiega il presidente Dino Di Palma – ci permetterà di finanziare una mensa di solidarietà nell’area orientale della città”; la seconda serata è dedicata alla popolazione ultra sessantacinquenne, alla quale sono stati riservati gran parte dei biglietti.

Lo spettacolo, lungo excursus nella canzone napoletana, propone anche i successi italiani dell’ex scugnizzo di Santa Lucia che ricorda in conferenza come al San Carlo, poco più che bambino, portava il caffè agli orchestrali. Sembra che il tempo non sia trascorso, e lui non dimentica gli esordi. Guarda caso, in “Accussì grande” Ranieri racconta in musica la storia di Gianni, un bambino di otto anni (Emanuele D’Angelo), la stessa età del suo debutto, in un continuo rimando di flash back e presente. “Il bambino è un figlio del mondo, sfruttato. A Napoli l’abbiamo sempre avuto il lavoro minorile…”. “Lo spettacolo è di prosa, e in scena ci sono dieci ballerini scelti da Miseria, e sei musicisti: le canzoni rappresentano il collante tra una scena e l’altra. Mi inorgoglisce essere al San Carlo, dove torno con la mia veste più consona; è per me la realizzazione di un sogno che coltivavo da tutta una vita”. “La nova gelosia” e “Dicitincello vuje”, “Tu sì na cosa grande” e “Torero”, “Te vojo bene assaje” e “Pigliate ‘na pastiglia”, passando per “Catarì”, per l’artista capolavoro di S.Di Giacomo/P.M.Costa. “Come ho scelto le canzoni? Mettendole in gola. Ha ragione Mauro Pagani quando afferma che con questi capolavori, dei quali io sono figlio, si deve lavorare per sottrazione, senza aggiungere”. “Tutto si regge su Di Giacomo e Viviani: sono il cemento armato della canzone napoletana, senza nulla togliere agli altri autori”. E “Dicitincello vuje” la canta in coppia con Noa, ospite dell’album. Spiega l’artista israeliana, capace di cesellare canzoni difficili come “Santa Lucia”, che ha tradotto lei stessa la canzone, maschile. "Canzoni napoletane, arabe, ebraiche, canzoni mediterranee hanno la stessa sonorità; la canzone napoletana ha un’incredibile melodia. Ho avuto l’onore di cantare “Torna a Surriento”, “Santa Lucia”, la mia preferita”, dice l’artista innamorata di Napoli che ne contraccambia l’affetto. “Avrei voluto invitare anche Nino D’Angelo, che ho conosciuto in occasione della trasmissione per Canale5, è assai tomo, è 'nu bello napulitano - spiega Ranieri che cita tutti i “grandi”: Mario (Merola) è un’altra fetta di Napoli, io un’altra, Murolo e Bruni sono un quarto dell’intera torta!…”. E il pubblico ritrova, oltre ai classici con arrangiamenti moderni, mediterranei, “Erba di casa mia”, “Se bruciasse la città”, “Da bambino”, “Ci vuole un fiore”, “Via del conservatorio”. ProssimI appuntamenti con Ranieri, per chi l’avesse perso al San Carlo, i concerti del 29 giugno all’Arena Flegrea e in autunno al teatro Augusteo.
Maresa Galli.© www.ilbrigante.com

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